Può sembrare strano che nell’epoca dell’informazione globale si possano usare ancora le campane, da molti considerate retaggio medioevale di una vita con altri ritmi, suoni che, in mezzo al molteplice frastuono della città, danno solo fastidio (chissà perché tra le molte fonti di inquinamento acustico ci si attacca solo a quello delle campane). Quasi che anche Gesù continui a farsi “pubblicità” chiamandoci alla sua mensa con questo antico strumento che però oggi forse dà fastidio più alle nostre coscienze che alle nostre orecchie.
E’ ulteriormente strano che questi aggeggi posizionati in cima ai campanili e che con le pur ottime e necessarie automazioni, possano trovare ancora qualcuno che si appassioni a suonarle a mano.
E’ questo in sostanza il compito del gruppo campanari di Nerviano.
PRESENTAZIONE
CHI SIAMO
Siamo un gruppo di persone giovani e adulte che in alcune ricorrenze particolari suonano manualmente le campane della parrocchia Santo Stefano.
COSA FACCIAMO
- Suoniamo le campane a corda nel tradizionale sistema all’ambrosiana;
- Insegnamo a nuove persone tutte le tecniche per suonare correttamente una campana utilizzando la sua corda;
- Spieghiamo a tutti quelli che lo desiderano il loro funzionamento e le molte curiosità di questo mondo;
- Forniamo consulenza disinteressata alle parrocchie che la richiedono su problemi che riguardano le campane;
- Sovrintendiamo alla cura e alla conservazione delle campane e del campanile;
- Perpetuiamo una tradizione tipicamente italiana e nervianese nel rispetto delle tradizioni;
- E soprattutto ci divertiamo insieme!!!!!!
CENNI STORICI
Già dal VII secolo le comunità cristiane hanno adottato l’uso delle campane per il richiamo dei fedeli alle funzioni liturgiche.
Anche la parrocchia di Nerviano ne ha possedute in antichità. L’antica parrocchiale romanica aveva un campanile, probabilmente già allora antico, perché un forte temporale alla fine del 1500 riuscì a lesionarlo gravemente e quindi venne distrutto.
A cavallo tra gli ultimi decenni del 1500 e l’inizio del 1600 venne perciò costruito l’attuale campanile, in stile tardo gotico lombardo.
Pur avendo l’altezza attuale doveva fare ben altra figura sul borgo sottostante poiché l’antica chiesa misurava al massimo 10 metri in altezza e tutte le case intorno erano al massimo di due piani.
Le finestre della cella campanaria erano chiuse da colonnine e le campane erano all’interno della cella. Esse erano sicuramente 4 nel 1740 perché così specificato nei documenti relativi ad una visita pastorale.
Vi era un solo orologio di tipo completamente meccanico, che necessitava di ricarica manuale e il suono delle ore regolava la vita cittadina (era forse l’unico orologio del paese).
L’ingrandirsi del paese e l’ambizione di installare delle nuove campane con un suono forte, potente e solenne portarono nel 1812 gli allora parrocchiani ad indebitarsi non poco per dotarsi delle attuali campane.
La loro installazione portò alla demolizione degli archetti quindi all’apertura della cella campanaria.
Nulla sappiamo delle campane preesistenti, si può tuttavia ipotizzarne la loro fusione per fornire una parte del bronzo delle attuali campane.
La fusione fu effettuata dalla fonderia Bizzozzero di Varese, che fornirà ottimi concerti di campane in tutta l’area tra il varesotto e il milanese per più di 100anni, tra cui il più famoso di tutti è quello delle campane della Basilica di Desio.
Il castello che allora sosteneva le campane era in legno di rovere. Alcuni difetti di fusione portarono alla crepatura della 1° e della 3° (sesta e quarta tonica); le campane , rifuse da Felice Bizzozzero nel 1855, risultarono perfettamente intonate alle altre.
Anche il comune contribuì al mantenimento, infatti durante l’800 e il 900 per diverse volte venne rifatto il castello in legno ed il comune partecipò alle spese motivato dal servizio civico che le nostre campane svolgevano, ad esempio in occasione di incendi quando le campane veniva suonate per richiamare i soccorritori.
Nell’ultimo dopoguerra il castello fu sostituito e ne venne realizzato uno in ferro e ghisa.
E’ questa l’epoca dei suonatori storici di campane, la cui abilità e bravura nel realizzare concerti solenni è diventata quasi leggenda.
Di pari passo in questo periodo abili campanari per campane a festa (ossia suonate con una tastiera posizionata in cima alla cella) rallegravano le feste principali di Nerviano.
Purtroppo però le mani per tirare le corde venivano a mancare e la necessità di suonare le campane per tutte le messe portò quindi nel 1968 ad installare l’impianto di automazione togliendo la possibilità di suonarle anche a corda.
Durante gli anni 80 e 90 continue manutenzioni hanno permesso di riposizionare le corde e quindi oggi si possono suonare sia in automatico che manualmente.
di Enrico Patani
LE NOSTRE CAMPANE
Il concerto campanario della nostra parrocchia è formato da 6 campane nella tonalità di SI MAGGIORE. Questo significa che partendo dalla campana più grossa, che emette la nota SI GRAVE, risalendo per le altre 5 avendo una scala musicale di tipo maggiore, ci sarà tra l’una e l’altra l’intervallo musicale di un tono, tranne che tra la 3° e la 4° dove avremo un semitono.
Questo significa che le campane sono perfettamente intonate tra loro ed il detto “stonato come una campana” in questo caso non ha ragione d’essere.
La tradizione ambrosiana vuole un minimo di 5 campane per campanile, così da fornire l’accordo musicale maggiore 1° – 3° – 5° tonica. Nel nostro caso di campane ve ne sono 6, ma intorno a noi vi sono diffusi concerti con scala tonale completa cioè a 8 , ma esistono campanili con 10 o più campane.
La tradizione nervianese le ha chiamate con la scala invertita, di conseguenza la prima campana nell’ordine di suonata è in realtà la sesta tonica, la seconda è quindi la quinta tonica ecc…
Esse sono state posizionate così come le vediamo oggi per meglio ottimizzare lo spazio che si aveva a disposizione e precisamente:
- il Campanone guarda verso la piazza Santo Stefano,
- la 5° verso il cortile interno,
- la 1° e la 4° verso l’oratorio,
- la 2° e la 3° verso la nostra chiesa.
Ogni campana ha scolpita su di essa delle figure sacre di Santi, simboli religiosi e ha una propria dedicazione.
Il peso approssimativo di ogni campana e il diametro della bocca si può vedere nella sottostante scheda:
da Enrico Patani.
Aggiornato il 31 ottobre 2009
da Maurizio Bertazzolo, Roberto Ceradelli ed Enrico Patani.
COME SUONANO LE CAMPANE
Per capire come suonano le campane bisogna prima descrivere come sono montate ed il sistema con cui producono il suono. La campana è uno strumento musicale a percussione, completamente in bronzo, ottenuto tramite un’unica fusione e dalla classica forma di vaso rovesciato.
Al suo interno è ancorata una maniglia di ferro alla quale, tramite delle cinghie in cuoio è attaccato il battaglio. Non c’è pericolo che questo si stacchi, infatti è assicurato anche con delle funi di acciaio. L’oscillazione della campana porta il battaglio a sbattere sul bordo interno della campana stessa ed è in questo momento che si ha la massima resa acustica.
Sulla sommità esterna della campana una maniglia di presa permette il fissaggio della medesima al ceppo. Il ceppo ha una doppia funzione, di ancoraggio e di bilanciere. A seconda delle tradizioni locali in Italia si sono sviluppati diversi sistemi di ceppi e quindi diversi sistemi di suono.
Nel nostro caso si usano i ceppi di tipo ambrosiano.
I ceppi sono realizzati in ferro e ghisa con un contrappeso posto sopra l’attacco della campana che ne equilibra il peso e ne permette l’oscillazione con minore fatica.
Tra la campana e il ceppo un isolatore di legno separa la vibrazione della campana dal resto della struttura portante. Ai lati del ceppo, vi sono i perni di rotazione, mentre da un solo lato è ancorata la ruota nel cui punto più esterno è fissata la corda che, tirata verso il basso, darà il movimento in uscita della campana. La ruota ha un diametro del doppio della larghezza della bocca della campana.
Tirando verso il basso la campana comincia ad oscillare, aiutata per il ritorno dal suo bilanciere.
A questo punto il battaglio viene colpito dalla campana che gli sbatte contro. Nel sistema ambrosiano la campana oscillando sempre di più viene portata in piedi nella posizione a “bicchiere” e qui bloccata ; a questo punto la sapiente uscita delle campane a chiamata diversificata compone il concerto all’ambrosiana.
Dalla sola oscillazione continua della campana senza il suo blocco a bicchiere si ottiene la suonata detta a “distesa.
Un’ulteriore sistema di suono è il cosiddetto “carillon”, ovvero dei martelli posti a lato delle campane che, opportunamente suonati a campane ferme, danno le melodie volute.
Questo sistema di carillon è ormai automatizzato, non occorre quindi salire alla cella, bloccare le campane e suonare sulla tastiera. Naturalmente qualsiasi suonata sia a distesa che a concerto può essere realizzata automaticamente, grazie a dei potenti motori che fanno girare le ruote senza l’ausilio di aiuto manuale, il tutto da una centralina temporizzata posta in sagrestia.
LE “SUONATE” PER LE DIVERSE OCCASIONI
A seconda delle celebrazioni i concerti delle campane sono differenti.
Ne facciamo un breve elenco:
- Messa domenicale: 6 campane “a distesa”.
- Messa solenne e varie solennità: concerto con campane “a bicchiere”.
- Messa feriale: 3 campane piccole “a distesa” (1°-2°-3°).
- Angelus di mezzogiorno: 4° “a distesa”.
- Agonia: 5° “a distesa”.
- Benedizione Eucaristica: campanone “a distesa”.
- Passione del Signore (venerdì Sante ore15): campanone “a distesa”.
- Ave Maria vespertina : “carillon” Ave Maria di Lourdes.
- Nascita di un bambino: “carillon” a motivo festoso.
- Funerale: 5 campane (escluso il campanone, ossia in tonalità minore) “a bicchiere”
- in “concerto da morto”.
Esistono poi delle tradizioni tipicamente nervianesi per le quali, se possibile, si eseguono i concerti a corda ossia:
- La sera di Natale dopo la messa vespertina il concerto con le cosiddette “sassate di santo Stefano”.
- Il concerto solenne la vigilia di san Fermo.
- La sera di Ognissanti quando si esegue il “concerto metà da vivo e metà da morto”, per annunciare la commemorazione dei defunti, quando a tutte le messe suoneranno le campane “da morto”.
Dopo tutti questi discorsi l’invito vogliamo invitare chiunque ad unirsi a noi per suonare le nostre belle campane, basta solo un pochino di forza e di pratica, tenendo presente che solitamente si suona a mano nelle solennità.
Ulteriori informazioni presso la parrocchia e… arrivederci in campanile.